La Vita Indipendente in Trentino Alto Adige

In Trentino Alto Adige la Vita Indipendente apparentemente non esiste: nel sito istituzionale della regione non se ne parla, come neanche sul sito della provincia di Trento. Invece si parla di Vita indipendente sul sito di Bolzano, a proposito di due delibere provinciali finalizzate proprio ar regolarla. 

Tuttavia, se intendiamo l’espressione nel suo significato più esteso, ovvero come possibilità di una vita autonoma, troveremo tutta una serie di servizi che, di fatto, rendono la vita indipendente una realtà.

Sul sito della regione, infatti, nell’area delle Politiche sociali, non ci sono particolari interventi sociali, se non una copertura previdenziale al fine di coprire periodi di assistenza a famigliari non autosufficienti. Più interessante la sezione delle politiche sociali del Comune di Trento, che rimanda a una lista di siti dedicati ai diversi aspetti del Walfare. Nel nostro caso sono particolarmente interessanti i siti “Trentin0 Accessibile”, dedicato al servizio Context Aware (che consente di avere un elenco di strutture accessibili ai soggetti con difficoltà motorie) e “Trentino sociale”, sito istituzionale che descrive i vari interventi sociali destinati ai cittadini.

Questo contiene diverse sezioni, ognuna relativa a una specifica area di intervento: “Anziani”, “Famiglia”, “Minori”, “Immigrati”, “Disabili”, “Giovani”, “Adulti”. Molti servizi sono simili, altri sono specifici: se, ad esempio, per quanto riguarda la famiglia è indispensabile il supporto alle cure dei propri cari, per i disabili vi sono anche dei servizi mirati, come un servizio di telesoccorso. Non ultimo l’affidamento di compiti assistenziali ai privati, “servizio – si legge sul sito – di assistenza domiciliare a favore di anziani, persone non autosufficienti o con gravi disabilità, che vivono in zone geograficamente disagiate, volto ad evitarne il ricovero in strutture residenziali“.

Non viene trascurato alcun settore della vita dell’individuo: dagli alloggi (agevolazioni varie e soluzioni di housing sociale) all’acquisizione di abilità pratico – manuali e lavorative (con un centro occupazionale e un laboratorio per l’acquisizione dei prerequisiti lavorativi), dalle agevolazioni economiche (anche nel caso di cure mediche) alla gestione finanziaria attraverso un amministratore di sostegno, al supporto psicologico.

Chiaramente importante è l’integrazione sociale, svolta attraverso una molteplicità di servizi: innanzi tutto vi è un maggior accesso ai trasporti, poi prevedendo dei servizi dedicati, come soggiorni climatici protetti o il Centro Servizi a rete per disabili, consistente in un “pacchetto dei servizi [che] si rivolge ai familiari delle persone disabili e a chi si prende cura di loro senza vincoli di parentela (i care givers)”. 

Due sono gli interventi legislativi della provincia di Bolzano sui quali poggia la V.I.:

  • D.P.G.P. 30/11 agosto 2000 (“Regolamento relativo agli interventi di assistenza economica sociale ed al pagamento delle tariffe nei servizi sociali”) che titola l’articolo 25 “Vita indipendente e partecipazione sociale”;
  • D.P.G.P. 213/21 febbraio 2017 (“Approvazione delle “Linee guida per la concessione di prestazioni economiche a favore delle persone con disabilità e degli invalidi di guerra e di servizio”), che dedica l’intero Capo II ad essa.

Queste delibere sono importanti in quanto parlano delle contribuzioni economiche offerte dalla regione riservate a progetti di Vita Indipendente. Al di là di questo, le tematiche sono simili a quelle affrontate dalla provincia di Trento: sevizi abitativi, mobilità, sostegni informativi, occupazione, superamento delle barriere architettoniche, assegni di cura.

Insomma, il Trentino Alto Adige sembra aver scelto la strada della piena integrazione, preferendo, alla creazione di una legislazione dedicata, l’adattamento di servizi pensati per altri contesti sociali, non escludendo tuttavia la possibilità di crearne di nuovi, qualora ce ne sia bisogno.

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