I fondi di assistenza in Italia

In Italia vi sono quattro fondi di assistenza a livello nazionale:

  • Fondo Nazionale per le Politiche Sociali;
  • Fondo per la Non Autosufficienza;
  • Fondo Nazionale per il Diritto al Lavoro;
  • Fondo per il sostegno dei Caregiver.
  1. Il Fondo nazionale per le politiche sociali è destinato alle Regioni per lo sviluppo della rete integrata di interventi e servizi sociali, come previsto dalla legge 328/2000 (ad eccezione di una quota attribuita al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per gli interventi a carattere nazionale). Con tale fondo lo​ Stato distribuisce le quote alle Regioni titolari degli interventi, dopo averne definito il riparto con la Conferenza Unificata. Si tratta pertanto di fondi che non finanziano specifiche progetti, ma la rete ordinaria di interventi sociali.
  2. Il Fondo per la non autosufficienza è stato istituito con legge 296/27 dicembre 2006 con l’intento di fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti al fine di favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio evitando il rischio di istituzionalizzazione, nonché per garantire, su tutto il territorio nazionale, l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Tali risorse sono aggiuntive rispetto alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni ed autonomie locali, e sono finalizzate alla copertura dei costi sociali dell’assistenza sociosanitaria.
  3. Il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili è stato istituito con Legge 68/12 marzo 1999, tale fondo serve a finanziare gli incentivi ai datori di lavoro che effettuano assunzioni di lavoratori con disabilità, nonché i progetti sperimentali di inclusione lavorativa delle persone con disabilità da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
  4. Il Fondo per il sostegno dei Caregiver è stato istituito con la nuova legge di bilancio (legge 205/27 dicembre 2017) con uno stanziamento iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. Tale forma di sostegno è rivolta alle persone che assistono il coniuge, una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, o di familiare fino al terzo grado che non sia autosufficiente, sia ritenuto invalido o sia titolare di indennità di accompagnamento. Tale manovra è importante anche sotto l’aspetto previdenziale, in quanto il caregiver può beneficiare dell’APE sociale. Si precisa comunque che Il fondo non è ancora attivo e che si attendono infatti disposizioni INPS, in ordine alla classificazione di patologie invalidanti del familiare che dovranno essere documentate e i redditi attraverso la stesura del modello ISEE: importanti saranno la residenza e il fatto che il familiare dovrà far parte del nucleo familiare; questo servirà a dimostrare l’effettivo impegno della cura alla persona.

In quanto alla Vita Indipendente non è stato previsto alcun fondo specifico, essendo la materia regolamentata a livello regionale. Tuttavia nelle annuali linee guida per la definizione dei progetti viene anche prevista l’entità dei fondi nazionali erogati: si tratta sostanzialmente di una quota del Fondo per la non autosufficienza, che può eventualmente essere integrata da ulteriori quote derivanti dalla Legge di Bilancio

Ogni singola regione ha un importo pari al 20% della dotazione prevista. Le restanti risorse sono a carico della regione, che può scegliere di riservare un capitolo di spesa alla gestione di detti progetti, oppure può prevedere la creazione di un fondo specifico riservato al finanziamento dei suddetti progetti.

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