La Vita Indipendente nel Lazio

Sul sito ufficiale della regione Lazio – (sezione Politiche Sociali – Disabilità) non si parla esplicitamente di Vita Indipendente. Infatti si legge che “il Piano Sociale regionale 2019-2021 prevede: il rafforzamento dell’assistenza domiciliare; l’attivazione dei servizi previsti nella legge sul dopo di noi; l’opportunità di riconoscere il contributo di cura al caregiver familiare non solo per le persone in condizioni di disabilità gravissima, ma anche per le persone con disabilità media, grave e non autosufficienti; la facilitazione dell’accesso, in particolare per le persone disabili, ai servizi residenziali e semi residenziali riabilitativi; l’attivazione di servizi per la fruizione delle prestazioni sanitarie da parte di persone con disabilità complessa e non collaboranti; la possibilità di creare momenti di sollievo per le famiglie creando attività di tempo libero sperimentando una vita autonoma (week end di autonomia abitativa e sociale); la partecipazione alla vita di comunità“.

Ma questo non significa che essa sia assente: infatti con DGR 249/2018 ha approvato l’adesione alla sperimentazione del modello di Vita Indipendente, redatto secondo le linee guida per la Vita Indipendente dl 29 dicembre 2017.

Si compone di 10 articoli: 1 – oggetto e durata del protocollo, 2 – impegni della Regione, 3 – modalità di realizzazione, 4 – commissione di valutazione, 5 – importo ed esonero cauzionale, 6 – modalità di liquidazione, 7 – inadempimenti penali, 8 – responsabilità, 9 – efficaccia e modifica, 10 – clausaola compromissoria.

I fondi vengono ripartiti secondo le consuete procedure, ovvero finanziamento all’80% del fondo nazionale (in questo caso la quota ammonta a 1.600.000 euro) e 20% dal fondo regionale (400.000 euro). l’intero finanziamento, secondo le modalità del presente protocollo, viene erogato i 3 tranche: 50% per la fase iniziale del progetto, 30% in itinere, 20% per la conclusione del progetto.

L’articolo 4 parla di Commissione di valutazione, con compiti di verifica ai fini della corretta erogazione dei fondi.

Poi vi sono progetti erogati a livello distrettuale.

Come noto il sistema sanitario laziale è suddiviso in dodici ASL (Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, 2 per Roma 1, 2 per Roma 2, Roma 3, Roma 4, Roma 5 e Roma 6), ciascuna delle quali include più distretti sanitari; e come esempio potremo citare la ASL di Roma 6, nella quale è stato approvato, con Determinazione Dirigenziale 440/19 aprile 2019, un progetto sperimentale in materia di Vita Indipendente.

Si legge sul sito di AVI Lazio, “L’assistenza indiretta o autogestita, […] viene istituita a Roma con DGC n. 1775/1999 e regolamentata con DGR Lazio 1169/2000 prima e, 877/2002 poi.” Anche per l’opera incessante dell’associazione, a Roma questo tipo di assistenza ha avuto fortuna. Sono stati adeguati i mezzi di trasporto…

A Roma l’approccio basato sulla Vita Indipendente ha dato i suoi frutti: da anni i servizi alla persona sono una realtà, come anche l’uso dei trasporti.

Si va modificando l’orientamento dei servizi alla persona quali l’assistenza domiciliare e personale, un orientamento basato sempre più sulla persona e i suoi bisogni e su un progetto personalizzato come indica la stessa legge di riforma del sistema assistenziale, (art. 14 n. 238/2000). Un progetto che va anche nella direzione di un’integrazione socio-sanitaria.

(AVI Roma)

Ci sono tutta una serie di servizi di supporto offerti dall’AVI: nel predisporre il progetto individuale di assistenza, nella gestione del rapporto di lavoro con l’assistente (dando anche supporto nei casi di criticità), formazione per il ruolo di datore di lavoro, supprto alla ricerca e selezione degli assistenti, informazioni su servizi e agevolazioni per le persone con disabilità.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *